Pacifici, non pacifisti
Un certo pacifismo ideologico ha fatto breccia anche tra molti cattolici ma il Magistero perenne della Chiesa e lo stesso catechismo sono di tutt’altro avviso. Vi è sì l’invito per i cristiani a vivere pacificamente ma corre anche l’obbligo di difendere il più debole e l’aggredito.
Cristo non avrebbe neanche potuto predicare in Israele se le guarnigioni romane non avessero garantito l’ordine pubblico e la stessa Chiesa dei primi secoli poté cristianizzare i ferocissimi popoli barbari al riparo delle armi romane.
Poi, quando tutta l’Europa fu cristiana, si aprì un fronte interno: le eresie, anticipatrici dei totalitarismi del ventesimo secolo. Sbaglia chi pensa gli eretici di quei secoli come innocui fanatici religiosi. Il cristianesimo era la filosofia di fondo del vivere civile e politico, così come oggi lo è il democratismo, che infatti persegue penalmente chi ne attenta ai fondamenti.
Con le crociate, nient’altro che pellegrinaggi armati per difendersi dagli agguerriti e intolleranti musulmani, sorsero anche ordini militari monastici per mantenere aperto l’accesso ai luoghi santi. In seguito, fino in epoca moderna, i cristiani furono costretti più di una volta a prendere le armi per difendere non solo la propria fede minacciata ma anche la vita, dalle feroci persecuzioni che ancora oggi insanguinano il mondo.